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SHUTTER ISLAND

Immagine del redattore: safaricinema22safaricinema22

Aggiornamento: 22 apr 2023

SHUTTER ISLAND, un film del 2010 diretto dal modestissimo Martin Scorsese. Un film che sfiora il successo, che offre molte chiavi di lettura e chiede allo spettatore di essere visto e rivisto!

!ATTENZIONE! POSSIBILI SPOILER A SEGUIRE

Forse non uno dei migliori di Scorsese, che per un po’ mette da parte film dal tratto autoriale e si dedica a film più introspettivi, a livello di regia per nulla paragonabile ad altri suoi precedenti capolavori, come Taxi Driver o Quei bravi ragazzi, ma sicuramente a livello interpretativo rimane uno dei maggiori film di Leonardo DiCaprio. Non è da meno il resto del cast: Mark Ruffalo, Ben Kingsley e Michelle Williams, nei quali si può notare una certa passione e forti emozioni, quasi coinvolgenti, nel recitare.

Spero che abbiate visto il film, perché parlarne senza fare spoiler è impossibile: il film si apre presentandoci il personaggio di Leonardo DiCaprio come l’agente federale Teddy Daniels, e il suo collega, Chuck, che stanno andando a indagare in merito alla scomparsa della paziente Rachel Solando, che altro non è un anagramma di Dolores Chanal, l’effettiva moglie di Teddy. Subito ci viene detto che la moglie di Teddy ha perso la vita in un incendio che è stato appiccato da un certo Andrew Laeddis.



Molto più avanti ci viene però detto che l’enigmatico personaggio di Teddy è in realtà lo stesso Andrew Laeddis, colui che perse i figli annegati dalla madre nel laghetto… o che uccise sua moglie nell’incendio?

Non lo sappiamo con certezza, si dovrebbe riguardare il film una seconda e una terza volta volendo, per capire meglio e cogliere tutti gli indizi per rispondere a questa domanda. Per quanto ne sappiamo potrebbero essere successi entrambi gli eventi, prima la moglie annega i figli e poi Andrew le dà fuoco, ma ci sono due elementi molto importanti nel film che si legano in maniera essenziale al personaggio di Teddy: il fuoco e l’acqua. Teddy non prova molta simpatia per quest’ultima, basti pensare al suo soffrire mal di mare a inizio film. Il fuoco invece è un buon compagno per Teddy, ormai iconica è la foto di lui con il fiammifero per farsi luce… insomma, tutti gli indizi porterebbero a pensare che la moglie abbia annegato i figli, è un trauma quello che Teddy ha nei confronti dell’acqua, ma molto probabilmente è stato Teddy/Andrew ad aver ucciso la moglie nell’incendio (che sia stato per errore o consciamente), altrimenti non si spiega la sua presenza in questa struttura psichiatrica, né il suo tutor Chuck e né le medicine che gli somministra il Dr. Cawley. Non riusciva a perdonare ciò che aveva fatto, e perciò Andrew ha creato questa storia in cui lui è l’eroe e sua moglie annega i bambini.



Insomma, film a dir poco geniale, non impeccabile ma quasi, che mette a dura prova lo spettatore (e la sua infermità mentale), ma che offre diverse chiavi di lettura. Io ad esempio ho interpretato l’isola come il nostro subconscio, in cui tendiamo a nascondere e talvolta sopprimere i demoni del nostro passato (vedasi la moglie e i figli di “Teddy”), e il faro come un luogo al di fuori della nostra “comfort zone”, dove ci dovremmo disfare delle maschere che tendiamo a indossare e mostrare al mondo chi siamo veramente, perché dobbiamo effettivamente accettare la realtà, prenderla per vera così com’è, per quanto inaccettabile essa possa essere. Non per nulla il faro è dove il Dr. Cawley e Chuck rivelano a Teddy chi è veramente, fanno “luce” sulla sua vera personalità, ed è proprio per questo secondo me che hanno aspettato che Teddy entrasse nel faro per rivelare a lui e allo spettatore questo enorme plot twist che va a stravolgere in maniera quasi totale la trama.

Il film si chiude con un quesito: "è peggio vivere da mostro o morire da uomo per bene?" Non esiste una risposta a questa domanda, non esiste “vivere da mostro” o “ morire da uomo per bene”, esiste accettare la realtà, accettare il proprio io, se sei un mostro dovrai farti curare e se riesci a uscirne, bene, ma non morirai da uomo con la coscienza pulita, perché quel mostro del tuo passato continuerà a vivere sull’isoletta del tuo subconscio; se non guarisci invece continuerai a vivere da mostro, come Teddy a fine film, quindi poco importa, perché nessuno ne uscirà del tutto pulito: “mostro” e “uomo per bene” sono ideali troppo estremi, nessuno nasce da mostro e nessuno, ammettiamolo, muore da uomo per bene, che abbia commesso un omicidio o rubato l’uva dal vicino.

Il mio voto per questo film è: 8


A voi è piaciuto Shutter Island? Per voi è peggio vivere da mostri o morire da uomo per bene? O siete d'accordo con la mia risposta? Quale film di Scorsese è il vostro preferito? Fatemelo sapere.

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